I talenti di Camplone

Pubblicato da aiaeste il

Pazienza, concentrazione, tranquillità, precisione, leggerezza, equilibrio, impegno e fierezza: queste sono alcune delle parole uscite dalla giovane platea estense nella serata di mercoledi 23 marzo, quando l’arbitro della massima serie Giacomo Camplone della Sezione di Pescara ha animato la serata degli arbitri della Sezione di Este, portando la propria esperienza e sfruttando una modalità di comunicazione davvero particolare.

Primo arbitro pescarese a dirigere una gara del massimo campionato, Giacomo nella vita è insegnante di educazione fisica. Sarà probabilmente per questo motivo che ha voluto utilizzare un video di Italia’s got talent per far parlare i giovani arbitri di Este: una sinuosa ragazza vestita di bianco riesce a tenere sollevato in aria uno scheletro di banale legna da ardere – il cui primo sussulto può essere fatale per il destino della performance – solo grazie a un gioco di leve dovuto al peso di una semplicissima e leggerissima piuma. Al termine, la piuma viene tolta e istantaneamente crolla tutto: è la metafora dell’arbitraggio.

E così ha spinto gli arbitri in sala a comunicare parole ed emozioni suscitate dalla visione del video.

“Un Organo Tecnico ai tempi della Prima Categoria mi disse di non preoccuparmi, che sarei arrivato ai livelli a cui ambivo. Beh si sbagliava: io li ho superati”, chiosa Camplone riferendosi alla pazienza, che poi continua: “Farina, che seguivo sempre in giro per le sezioni della mia regione quando era in visita, diceva sempre che la differenza tra un arbitro di giovanissimi e uno di Serie A è che un arbitro di Serie A riesce a stare concentrato 90’ su 95’”. Ma qual è la caratteristica più importante per riuscire nell’arbitraggio? “La testa. Circondiamoci di persone che ci diano di più di nella quotidianità, anche fuori dal mondo AIA”. Un consiglio finale: “imparate a respirare. Salva la vita in mezzo al terreno di gioco, ci permette di non dare risposte banali, perché gli arbitri hanno il diritto di poter sbagliare, ma devono farlo imparando dagli errori commessi”. Con fierezza, appunto.

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